Quanto esposto in questo opuscolo è stato esperimentato nella nostra parrocchia con fiducia ma anche con tremore e con esiti, per ora, quasi sempre assai positivi.
Saremmo molto contenti di accogliere suggerimenti, osservazioni e anche critiche se fatte con l’intento di servire meglio il Regno di Dio. Grazie.
Da parte nostra continueremo a lavorare per offrire presto opuscoli operativi utili alla catechesi.
Ringraziamo infine il nostro Vescovo per l’appoggio e l’incoraggiamento paternamente accordati alla nostra esperienza, che ci ha chiesto espressamente di esporla con questo libretto.
Presentazione del Vescovo
Sono molto grato a don Felice Castellani, parroco della più popolosa parrocchia di Fidenza, al prof. Fausto Negri, al gruppo di catechisti, alle amiglie e, non ultimi, agli splendidi ragazzi della parrocchia di San Giuseppe, per il “lavoro” progettuale sul “Catecumenato”, che in queste pagine viene resentato.
Si tratta di un resoconto attento e fidato di un’esperienza catechistica che si richiama autorevolmente al pressante invito dei Vescovi italiani in merito alla cosiddetta “Iniziazione cristiana” dei ragazzi. Di fatto l’ardita “avventura” catechistica corrisponde ad un atto di fede prima ancora di un osare coraggioso, nel senso che mettere in campo una “sperimentazione” di catechesi, in parte assai innovativa, richiede innanzitutto una profonda e motivata intenzione di fede, più precisamente quella di “servire” il Vangelo e la sua autentica “trasmissione” ai ragazzi.
Dicevo che si tratta più di un “atto di fede” che “un osare coraggioso” perché, ultimamente, l’esigenza insopprimibile di comunicare il dono inestimabile della fede appartiene alla coscienza più intima del genitore, consapevole che, stimando sommamente la fede che lui stesso vive per primo, avverte l’urgenza di donarla al figlio, come per altro è già accaduto nell’atto generativo riguardo alla vita.
Ci si chiede: in tal modo, non è che si aggiungono pesi e fardelli ulteriori alla coppia genitoriale, già sovraccarica di responsabilità per la crescita e la maturazione armonica dei figli? Non appare forse che, in questa prospettiva, la Chiesa faccia un passo indietro, addossando ad altri il compito di educare alla fede le giovani generazioni?
Sono due domande legittime che la Parrocchia di San Giuseppe – sono propenso a ritenere – avrà affrontato con serenità e con acutezza di argomentazioni prima di intraprendere un itinerario tanto gravoso quanto impegnativo. Proprio il testo qui presentato conferma la serietà delle riflessioni addotte per giustificare il cambiamento rispetto al “tradizionale” catechismo e insieme le ragioni forti che sottendono alla scelta fatta con l’approvazione, per altro, del compianto e amato Vescovo Galli.
Ad ogni modo, credo che l’avvio di un “processo” catechistico che qui si notifica, sia una vera apertura di credito alle famiglie e una straordinaria avventura cristiana della Comunità stessa. Infatti il nuovo indirizzo è stato reso possibile solo mediante la costante, cordiale, propositiva collaborazione delle famiglie, verso le quali va il mio incondizionato plauso.
Per un profondo rispetto e stima che coltivo verso tutti coloro che si fanno “missionari” della “nuova evangelizzazione”, tanto sostenuta e auspicata dal Servo di Dio Giovanni Paolo II, non entro qui nel merito di una valutazione compiuta del “progetto”. Mi fido della testimonianza di don Felice e dei suoi validi collaboratori, che ringrazio di cuore per la loro intelligenza della fede, la loro dedizione, il loro senso di comunione ecclesiale. Poi il tempo sarà galantuomo rispetto ad una complessiva disamina dell’itinerario di fede proposto.
D’altra parte, quando è in gioco la fede, occorre essere molto umili servitori e ben disposti a modificare sul medio e lungo periodo. Ciò non toglie il grande merito dei Responsabili che hanno “giocato tutto” se stessi ur di annunciare la salvezza di Gesù Cristo, il bene più prezioso tramandato a noi dalla Chiesa e dai nostri padri in vista della vita eterna.
Pasqua 2009
+ Carlo Mazza
Vescovo di Fidenza