Le parole di mons. Ovidio Vezzoli appena conclusa l'ordinazione episcopale nella Cattedrale di Brescia domenica 2 luglio 2017
Il ringraziamento pronunciato da mons. Ovidio Vezzoli, dopo l'ordinazione episcopale presieduta dal vescovo Luciano Monari: «Anima mia, benedici il Signore o mio intimo, il suo santo Nome anima mia benedici il Signore non dimenticare tutti i suoi doni» (Sal 103,1-2). L’inizio del Sal 103 offre alcune indicazioni preziose per rileggere e accogliere la letizia cristiana di questo giorno della Domenica, giorno del Signore, nel quale egli mi ha chiamato al ministero episcopale per la chiesa di Fidenza, mediante l’imposizione delle mani del vescovo Luciano, Bruno, Carlo e gli altri confratelli nell’episcopato. Anzitutto, è insistente quel «Benedici», che suona come vera confessione di fede e di lode davanti alla misericordia e alla fedeltà di Dio, che non revoca mai la sua Parola. Da parte mia, i motivi che sorreggono questa confessione sono molteplici e Lui solo li conosce, perché scruta la profondità di ogni cuore e sa discernere le intenzioni più nascoste che esso custodisce. La vostra presenza orante è tratto inequivocabile di questa benedizione davanti a Signore unico.In secondo luogo, non meno insistente è il richiamare l’attenzione sul «non dimenticare tutti i suoi doni».
I doni autentici non possono cadere né nell’oblio e nemmeno essere soggetti ad una lettura banale e scontata, perché riflettono la luminosità della vita di chi li consegna. Anche nella mia povera vita i doni sono stati molteplici, soprattutto quelli riflessi nei volti delle persone che, per grazia di Dio, ho incontrato e accolto nel cammino del ministero presbiterale nella diocesi di Brescia. Anche questi volti il Signore conosce e Lui solo saprà rendere luminoso e ricco di speranza il loro cammino, colmandoli della sua compassionevole benedizione. A tutti, indistintamente (solo al Signore la gloria e l’onore [cfr. Ap 4,11] perché Lui è l’unico necessario [cfr. Lc 10,42]), un grazie di cuore per la preghiera, la presenza, l’affetto fraterno segnato dalla libertà che scaturisce dall’amore, frutto autentico dell’Evangelo, senza nostalgia alcuna, che imprigiona nella staticità del passato, ma che fa permanere nella benedizione e nel rendimento di grazie. «Alzo gli occhi verso i monti:da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra […].Il Signore custodirà il tuo entrare e il tuo uscire,da ora e per sempre» (Sal 121,1-2.8). È a questa fedeltà che tutti ci affidiamo ed è questa la disposizione con la quale inizio il servizio pastorale alla Chiesa di Fidenza, confidando nella compassione del Signore e nella vostra fraterna preghiera.