Per onorare e ricordare la figura di Padre Matteo l’Associazione Fratelli dell’India, fraternamente legata a lui, ha richiesto a Don Felice, suo primo amico e Presidente dell’Associazione fino a due anni fa, di proporre la sua testimonianza su Padre Matteo Iswar Prasad, deceduto in India nei giorni scorsi all’età di 88 anni. Ecco il racconto del “fondatore” della nostra Associazione.
(articolo pubblicato su "il Risveglio" del 12/02/2016)
“Estate 1989. Dopo la morte di mio fratello Don Celeste, col quale poco prima avevo effettuato un viaggio di studio in India, ho aperto il testamento scoprendo che mi ha aveva scelto come erede dei suoi risparmi. Ho pensato subito all’India, dalla quale mio fratello era rimasto “affascinato” e profondamente colpito dalla povertà. Attraverso amici missionari ho trovato un referente, Don Danilo Povolo, ancora vivente, ex parroco di Zuliano nella Diocesi di Padova, grande viaggiatore nelle Missioni in India, cui chiesi per telefono di indicarmi un progetto da finanziare e dedicare alla memoria di Don Celeste. “Ho proprio qui da me ospite un grande amico indiano, P.Iswar Prasad (Matteo), appartenente ad una Congregazione cattolica indiana molto povera se vuoi domani te lo porto a conoscere….”: fu amore a prima vista! In poche ore ho fatto amicizia con due persone straordinarie: due sacerdoti dal “cuore universale”. In quelle poche ore abbiamo messo a punto “quel Progetto” che nel giro di due anni è divenuta una splendida realtà chiamata “Città Celeste”, un villaggio a Panipat di trenta casette nuove per altrettante famiglie di malati di lebbra, ora tutti guariti e inseriti nella società.
Da quella occasione sono scaturiti tantissimi incontri: una dozzina di viaggi fatti da noi in India ed oltre venti visite effettuate annualmente da Padre Matteo a Fidenza. Nel 1992, in occasione della memorabile inaugurazione del villaggio “Città Celeste” a Panipat a cui erano presenti tra l’immensa folla una cinquantina tra fidentini, salsesi e padovani di Don Danilo, ebbe inizio la storia della nostra Associazione “Fratelli dell’India” di cui Padre Matteo è sempre stato Presidente Onorario. Durante tutto questo tempo egli ci ha “dato in amorosa custodia” il suo caro nipote P.Avinash per essere a servizio della diocesi, ora purtroppo deceduto in India, ed il suo pronipote Don Mathew, ora studente universitario a Roma, ma spesso a Fidenza.
Tra gli altri tanti Progetti che ci ha proposto di realizzare, dopo quello di Panipat, desidero ricordare quello di Dhampur col nome di “Centro Giovanile Claudio” per ricordare il nostro e suo caro amico Claudio Parmigiani, dove è riuscito a ristrutturare un’opera abbandonata trasformandola in una attiva Missione che raccoglie centinaia di bambini che possono andare ora alla scuola dove scuola non c’era.
Matteo ci donava in ogni incontro i frutti evidenti del suo grande carisma di “Guru indiano e profondamente cristiano”: questo è quello che lo caratterizzava in ogni momento del suo vivere e agire e che abbiamo ricevuto da lui, che le ultime testimonianze rese in questi giorni dai suoi amici indiani ci hanno ampiamente confermato, definendolo l’uomo dell’inculturazione e del dialogo interreligioso.
Le tante e frequentate sedute di yoga spirituale che ci offriva con entusiasmo e profondità, le Liturgie eucaristiche in Rito Indi celebrate nella chiesa di S. Giuseppe, i primi anni con i giovani seduti sui tappeti, poi con tutta la comunità, hanno lasciato un segno reale, pur non visibile nelle nostre celebrazioni. Le amabili conversazioni, la sua visione del Vangelo, le convivialità nelle case degli amici e a Sicccomonte dove amava soggiornare, ma soprattutto la sua guida pratica e spirituale lungo le strade che ci ha fatto percorrere nei nostri viaggi in India rimarranno impresse nel cuore di chi ha avuto il dono ed il tempo di stare con lui.
La nostra Associazione, che si sente un pochino orfana, non vivrà solo di ricordi sentimentali restando in contatto con la collaborazione di P.Andrew presente in diocesi e con i confratelli di P.Matteo in India, come P.George e P.Francis. Metteremo ancor più forza ed entusiasmo nel condurre i progetti in corso, per di più sotto la protezione sorridente, ironica e “sorniona” del nostro grande Guru…”
Don Felice