Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi
Sii lodato, o mio Signore, per nostra sorella madre terra,
che ci nutre e ci sostiene, e produce diversi frutti.
Nell’orto ogni espressione della vita è preziosa: lo sono tutte le cose che abbiamo seminato e curato, i pomodori, le zucchine, l’insalata, ma lo sono anche le erbe che nascono spontanee. San Francesco diceva di lasciare sempre un pezzettino di orto incolto, affinchè Dio possa fare l’orto accanto a ciascuno di noi.
I frutti del nostro lavoro ci nutrono. Nutrirsi è conservare la natura, condividere ciò che ci offre, aver cura dell’esistenza e degli esseri viventi.
Mariangela Gualtieri ci confida che “...diventare orti significa che siamo coltivabili...il progetto è quello di cambiare fino all’ultimo respiro, di cercare di trasformarmi in ogni momento. E per farlo ho bisogno dell’altro, dell’altro diverso da me”.
Nell’orto tanti esseri vegetali nascono, crescono, si trasformano grazie al nostro lavoro, all’amore e alla pazienza del coltivare. Coltivare non è solo produrre, raccogliere, spolpare, succhiare, sfruttare spazi. Coltivare è attendere, prendersi cura, rispettare i tempi e le stagioni, godere dei frutti della terra, posare lo sguardo grato su quello che c’è, ammirare il nascere, il crescere, l’evolversi della vita anche in presenza di difetti e incompiutezze.
Impariamo a nutrirci di ciò che la natura ci offre con gratitudine e non come se tutto fosse dovuto. Impariamo a nutrirci e non ad ingoiare continuamente come se non ci bastasse mai. Tutto quello che mangiamo sparisce, mentre quello che ci nutre resta.
Le piante producono i loro frutti ma nessuna pensa al numero di frutti da produrre: pensiamo al nostro cammino, al nostro operare nella storia, con la stessa generosità. Donare frutti senza pensare al risultato ma affidandosi alla vita.
