1 maggio 2009

Il primo maggio 2009, festa patronale di San Giuseppe Lavoratore,  la comunita’ ha celebrato, per la prima volta  in una sola messa, la Cresima e poi la prima Comunione per 24 ragazzi che, con le loro famiglie , hanno accettato per primi di percorrere il nuovo cammino di Catechismo, detto “Catecumenato dei ragazzi”. Ecco la presentazione della liturgia di quel memorabile giorno:
Dopo un lungo e impegnativo itinerario, iniziato cinque anni fa con la paterna approvazione del compianto Vescovo  Galli, oggi finalmente celebriamo la festa culminante dell’iniziazione cristiana per ventiquattro ragazzi della comunità, con la benedicente presenza del Vescovo Mazza.
Questo nuovo itinerario catechistico, chiamato “catecumenato” per ricordare l’impegnativo cammino dei primi cristiani, è stato sommamente raccomandato dai vescovi italiani in questi ultimi anni, per riproporre una catechesi più adatta ai tempi che cambiano.
Questa liturgia che andiamo a celebrare è stata preparata, nella fedeltà ai riti prescritti dalla Chiesa, dagli stessi genitori e figli, guidati dal parroco e dai loro catechisti in diversi incontri di riflessione, di proposte e di prove dei canti composti per l’occasione.
Tutto ciò, non per “figurare bene” davanti agli uomini, ma per “far cosa gradita a Dio” ed alla comunità

cresima e comunione 1 magggio 2009

Eccomi !
I 24 ragazzi che hanno detto “Eccomi!”
si chiamano: ALESSANDRO TESTA, ANDREA PARIZZI, BIANCA TERZONI, CHIARA INCARDONA, DIEGO PINCOLINI, ERMANNO RUSSO, EVELIN DAVOLI, FEDERICA NAZZANI, FRANCESCA ROSSI, FRANCESCO DIONI, GIOVANNI D’ESPOSITO, GRETA FRESCHI, LUNA AMADASI, MARCO DODI, MARCO PIRAS, MATTEO COLZANI, MATTEO UBERTONE, MATTIA SESENNA, NOEMI INVERNALE, OMAR LOMBARDO, PIETRO ALLODI, RACHELE ZILOCCHI, RICCARDO RIGONI e VERONICA ZERBINI. 


“Memorabile giornata che apre un futuro”

Riportiamo di seguito il testo dell’omelia del Vescovo tratta da registrazione e non riveduta dall’autore. 

1 maggio 2009

PACE A VOI TUTTI !
Pace a voi, cari ragazzi e ragazze e cari genitori e catechisti, famiglie e amici, parenti e persone che siete presenti a questa straordinaria assemblea. Potremmo dire che è un’assemblea conciliare, perché tutte le componenti della Chiesa sono presenti, c’é il Vescovo ed il Parroco, ci sono  Don Anselmo e Benjamin dal Togo , Padre Matteo e Padre Avinàsh dall’India e poi Don Alexis dal Venezuela,  abbiamo i diaconi Marco, Pierino e Gianni.

ANCHE DIO SI INTENERISCE
Volevo subito sottolineare l’importanza di quello che vedete voi stando da lì: questo presbiterio è troppo stretto per una cerimonia così bella e così grande; ma quel che importa, come diceva Don Felice, è il cuore che deve essere grande; perché se il cuore oggi non si intenerisce, quando più, cari genitori, si intenerirà? Dio si intenerisce per noi, e come può un genitore non intenerirsi al vedere il proprio figlio qui seduto a questa mensa. Io credo che per un genitore questo sia un momento di grandissima commozione; stamattina toglietevi ogni altra preoccupazione e vivete bene questo momento unico nel suo genere: non lo rivivrete mai più così, mai più! E’ dunque molto importante sentirsi coinvolti in questo evento straordinario dello Spirito e in questa assemblea meravigliosa, dove tutti noi, nel segreto del nostro cuore, nelle diversità delle nostre vicende, nella complessità dei nostri problemi, e in tutta quella realtà del nostro vivere, siamo qui perché chiamati da un’unica voce, che è quella dello Spirito; e noi siamo qui soltanto perché abbiamo risposto il nostro SI allo Spirito, che parla al nostro cuore nel segreto e solo noi lo conosciamo, solo noi avvertiamo l’eco dello Spirito dentro di noi, perché abbiamo questa sensibilità, questa percezione di qualcosa che sta oltre noi, e quindi è più grande di noi, ma allo stesso modo ne siamo stati afferrati, chiamati, sollecitati a non perdere questa straordinaria, ripeto, straordinaria assemblea eucaristica.

C’E’ UN “FINALMENTE !”  
E’ un’assemblea che Don Felice ha voluto intitolare con un avverbio che difficilmente si usa per intitolare qualcosa… “Finalmente” dice tutto, dice un percorso, dice un cammino, dice le attese, le gioie, le speranze, le fatiche, dice quanto è costato questo cammino che dura da cinque anni, e quel “finalmente” è come il vertice di una piramide, d’una montagna: usiamo questa bella immagine che dice il salire la montagna con la fatica, con un qualche pausa di riflessione, con qualche affaticamento in più; forse qualcuno si è perso per strada, ma in 5 anni c’è stata una resistenza attiva, una capacità di condurre a compimento un progetto che era sembrato e sembra ancora vincente. Qual’è il progetto vincente? Questo, semplicemente questo, assolutamente questo: di trasmettere a questi ragazzi con più efficacia il dono della fede, perché se la comunità, se le famiglie,  come ho detto in un’assemblea qui convocata per questa ragione un mese fa, hanno compreso che si tratta di qualcosa di straordinariamente decisivo, e si tratta proprio di questo: come trasmettere il dono inestimabile della fede a questi nostri ragazzi.

I TEMPI SONO CAMBIATI
Noi adulti abbiamo ricevuto la fede per vie tradizionali, senza nulla di eccepire; appena nati, i nostri genitori non hanno fatto nessuna fatica a trasmetterci la fede,  almeno per via ordinaria; accanto ai genitori c’era la parrocchia, accanto alla parrocchia c’erano le famiglie, le catechiste e le maestre; e così crescendo anche noi siamo diventati cristiani, e siamo cresciuti da cristiani; ma, ad un certo punto è successo qualcosa nello sviluppo degli eventi e della storia: cosa è successo?
Che i genitori non sono più in grado di trasmettere da soli questi valori, o si vergognano di dire la propria fede, o non l’hanno più neppure loro. Per mille ragioni, di fatto è successo questo: che c’è stata una frattura nelle generazioni, per quanto riguarda la comunicazione, e non solo della fede, ma di tutto quello che è il patrimonio di valori, di tradizioni, di culture; per cui c’è stata questa “interruzione” che ci ha resi incapaci di tener uniti questi due mondi: il mondo degli adulti e il mondo degli anziani da una parte e il mondo dei giovani e dei ragazzi dall’altra; come due mondi incomunicabili tra loro,  incapaci di capirsi, con linguaggi diversi, come si parlassero lingue diverse.

E’ SUCCESSO QUALCOSA DI STRAORDINARO
Ma nella piazza di Gerusalemme è successo un fatto straordinario che abbiamo appena ascoltato nelle letture: gli Apostoli, investiti dallo Spirito Santo, sono stati liberati dalle loro paure, e sono scesi in piazza ad annunciare Gesù Cristo morto e risorto, e tutti capivano anche se venivano da paesi molto diversi: ecco il miracolo dello Spirito Santo, come sta accadendo qui ora. “Finalmente allora!”, ha ragione Don Felice, finalmente queste famiglie hanno ricominciato a capire, che forse è ancora importante poter fornire ai figli non solo il cibo per i pasti o il vestito pulito, ma anche la fede, ed anche i valori annessi. alla fede La fede purtroppo non è più una cosa che si trasmette dal padre al figlio, questo l’abbiamo capito tutti ormai; è qualcosa che nasce dentro a una passione del Vangelo, ad una passione educativa, nella quale i genitori per primi si rendono conto del dovere di trasmettere ai figli quello che è il patrimonio più prezioso che hanno dentro di sè. E che cosa avete di più prezioso? La casa? Gli appartamenti? Le macchine? Ma quelli spariscono tutti prima o poi, ciò che è più prezioso è il vostro cuore, sono i sentimenti, sono i valori profondi, sono ciò che muove la vostra vita e dà valore alla vostra esistenza.

C’E’ UN PROGETTO NUOVO PER LA FEDE

I genitori hanno capito che la fede non è una cosa che appartiene al mondo dell’infanzia, delle fiabe, dei miti, delle leggende, ma la fede è qualcosa di straordinariamente vivo all’interno di ogni uomo e di ogni donna,  che avendo capito come vanno le cose del mondo e pensando alla propria esistenza, al proprio futuro, hanno compreso che questo è un grande valore non solo da conservare e tutelare, ma da comunicare come qualcosa di più prezioso, di più grande e di più perenne che i genitori possano fare. Ecco allora questo progetto, che avrà i suoi difetti, che magari verrà purificato nel caso in cui ci fossero stati degli errori, ma la sostanza è questa: o camminiamo tutti insieme, altrimenti c’é lo sfacelo… perché la fede cari amici, miei fratelli, non è un’ etichetta che si mette sulla fronte o in qualche altra parte del corpo, la fede è qualcosa che rigenera la persona umana: o c’è questo o tutto è inutile. Perché la fede viva entra nel profondo della persona umana e fa parte della intelligenza, della volontà, dei sentimenti, e di tutto quello che è realtà. Allora viviamo di questa fede, perché essa non limita l’uomo, perché il cristiano è una persona che sa dire tutto quello che è, e sa dirlo in faccia a tutti, con pacatezza, con serenità, ma non ha paura di nessuno.

PERCHE’ CRESIMA E PRIMA COMUNIONE INSIEME?
Qui, oggi ci sono ragazzi che contemporaneamente riceveranno la Cresima e poi riceveranno l’Eucaristia, la comunione.  Questa congiunzione ha un grande significato: sostanzialmente vuol dire che uno è diventato grande, ha sviluppato l’intelligenza e deve decidere con chi stare; se stare con Dio o con qualche altro essere, o con nessuno; allora per chi vuol stare con Dio la Cresima è proprio il momento in cui con consapevolezza e con libertà si dice  SI a Dio. Nel limite della comprensione di un ragazzo che sta crescendo, questo SI a Dio gli apre il mondo alla comunicazione diretta con Gesù attraverso il sacramento del Pane consacrato, che diventa corpo di Cristo per noi, e noi diventiamo corpo di Cristo vivente nell’oggi; grandissimo dono perché noi diventiamo fratelli, per cui diventiamo più amici, più
solidali, e apriamo il cuore a tutti quelli che stanno peggio: i poveri, gli ammalati, i sofferenti. Questo è il cristiano vero e completo!
Ecco perchè questa celebrazione simultanea di Cresima e di Comunione fa si che questi ragazzi possano dire “adesso sono un cristiano compiuto, e posso continuare ad essere un cristiano maturo”.

RAGAZZI, COSA VOLETE FARE DA GRANDI?
Ragazzi, non finisce qui il vostro cammino, ma guarda oltre; con la forza della Cresima, dello Spirito Santo, e la presenza di Gesù vivo e vero, siete attrezzati per fare tutti i cammini e i percorsi di questo mondo secondo le vostre vocazioni personali; è difficile scegliere: è più facile crescere che scegliere di diventare grandi. C’é gente rimasta piccola, perché la volontà è rimasta debole: allora bisogna crescere in modo equilibrato, dentro di noi, in modo che un ragazzo e una ragazza, giunte alle soglie delle scelte, possa dire “adesso sono in grado di diventare una mamma, un papà, un sacerdote, una suora,… qualsiasi cosa voglia fare perché sono convinto che questo realizzerà la mia persona. I sacramenti della Cresima e della Comunione aiutano questi ragazzi a discernere, a capire e ad aprire le porte verso il futuro; e noi come Chiesa, insieme ai genitori, abbiamo questa grande corresponsabilità di far crescere questi figli non come degli sbandati che non sanno più cosa fare al mondo, vuoti di ogni cosa, ma figli che hanno capito cosa è la vita e da noi comprendono che cosa è giusto fare per scegliere e per diventare veramente  grandi: persone straordinarie, persone vive, persone che hanno una ricchezza inalienabile dentro di loro, ma sempre al servizio degli altri, perché un cristiano non vive per se stesso, ma vive sempre in una comunità, in una società; e la Cresima è proprio il sacramento dell’impegno sociale, dell’ impegno entro le proprie realtà, secondo i propri carismi, le proprie scelte vocazionali: questo è il grande evento che celebriamo stamattina; non da soli, ma con lo Spirito e con Gesù.

UN AVVENIMENTO CHE CI APRE UN FUTURO
Io auguro davvero a questa comunità parrocchiale di San Giuseppe una fede sempre più gioiosa; e ringrazio molto Don Felice con tutti i suoi catechisti e i genitori che hanno accettato la sfida di voler essere qua stamattina per la prima conclusione di un cammino di cui dovete essere fieri; fieri di aver percorso, magari con fatica e con qualche interrogativo, ma con grande slancio, il cammino verso questa memorabile giornata che apre un futuro nuovo a questi figli ed alla vostra comunità.   
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