UN GRANDE VIAGGIO PER NOVE RAPPRESENTANTI DELL’ASSOCIAZIONE “FRATELLI DELL’INDIA”
Il sorriso dell’India nelle nostre Missioni
Questa è la testimonianza di una piccola delegazione dell’Associazione “Fratelli dell’India” rientrata in questi giorni da uno straordinario, indicibile “pellegrinaggio” alle Missioni affidate a Madre Maria ed a Padre Matteo, sostenute anche dall’amicizia e dalla solidarietà della Associazione che fa capo alla Parrocchia di San Giuseppe. I pellegrini hanno incontrato migliaia di bambini (circa 440 dei quali sostenuti con adozioni a distanza) e visitato le opere cui l’associazione ha dato il via; quali la “Città Celeste” per i lebbrosi, la “Scuola Claudio” per gli aborigeni, l’Ospedale di Talassari, col sostegno di un medico fisso e con la nuova Ambulanza. In ogni tappa tanta festa di bambini, lebbrosi e ammalati e soprattutto di missionarie e missionari indiani, felicissimi della nostra amicizia.
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“ Chissà perché quando si parla di India si pensa soltanto alla gente che muore di fame, alle persecuzioni ed agli attentati... Purtroppo ci sono anche queste cose; ma, grazie a Dio, questi drammi sono, proporzionalmente al miliardo di abitanti, assai limitati. Allora proviamo a guardare l’India anche dall’altra facciata.
PADRE MATTEO E MADRE MARIA: LE DUE COLONNE
Questo è l’esordio della testimonianza rila sciataci da una piccola delegazione dell’Associazione “Fratelli dell’India” rientrata in questi
giorni da uno “straordinario, indicibile pellegrinaggio” alle Missioni affidate a Madre Maria ed a Padre Matteo, sostenute anche dall’amicizia e dalla solidarietà della Associazione che fa capo alla parrocchia di San Giuseppe, cui aderiscono anche la comunità di Santa Maria Annunciata e tanti amici soprattutto di Salsomaggiore. I pellegrini, cinque di Fidenza e tre di Salso, guidati da Don Felice, hanno incontrato migliaia di bambini (anche se sono “soltanto” 440 quelli sostenuti dall’Associazione con adozioni a distanza) e visitato le opere cui la stessa ha dato il via. Ad ogni tappa tanta festa di bambini, di lebbrosi, di ammalati e soprattutto tanta gioia riconoscente da parte dei missionari e missionarie indiani.
“Tutte queste Missioni da noi incontrate - continua la testimonianza - sono guidate da Madre Maria nello stato di Bombay, e da Padre Matteo nella zona di New Delhi e Benares. In sole due settimane abbiamo visitato una ventina di luoghi tutti caratterizzati da grande entusiasmo; alcuni di essi però hanno avuto per noi un’importanza speciale. La nostra “Città Celeste” di Panipat dove vivono 30 famiglie di lebbrosi ora completamente guariti. A Talassari, l’Ospedale per il quale alcuni anni fa ci siamo impegnati a mantenere un medico fisso, è ora fiorente e funzionante e arredato da una nuova Ambulanza donata dall’Associazione. A Fulwàdi abbiamo avuto l’accoglienza più coinvolgente, perché lì vi si trova il maggior numero di bambini da noi adottati. Infine, Dampur con il “Centro Sociale Claudio” (otto ore di pulmino per raggiungerlo!): una missione che dieci anni fa era completamente abbandonata per mancanza di fondi e ora rilanciata con le offerte dell’Associazione, è totalmente rinnovata, raddoppiata e frequentata da oltre duecento bambini, altrimenti analfabeti, che ci hanno attesi per ore e poi ci hanno accolto offrendoci... tortafritta indiana (ciapàti fritto nell’olio)!
E’ POSSIBILE ESSERE POVERI E CONTENTI?
Perché tanta gioia, ci chiediamo, in gente che comunque vive ancora nella povertà? La risposta non può che essere questa. Per chi, con la solidarietà di persone sensibili che non fanno elemosina ma donano e ricevono amicizia, è passato dalla miseria a volte drammatica, ad una povertà dignitosa che vive dell’essenziale e non pretende ricchezze, i valori umani emergono in misura molto alta. Qui davvero si può capire la Beatitudine di Gesù “Beati i poveri, perché di essi è il Regno dei cieli”. Vedere moltitudini bambini (oltretutto bellissimi) sorridere con entusiasmo nonostante vivano di un solo pasto al giorno (riso condito, banana e poco di più), che studiano e mangiano seduti sul cemento, dormono su una stuoia, che hanno due soli vestiti in dotazione, di cui uno bellissimo per le feste dal valore di... due euro!; il tutto per un costo di mantenimento quotidiano di 0,50 Euro, ci fa pensare molto....
Gioia perché, nonostante spesso le famiglie siano lontane o troppo povere per mantenerli a casa, essi si sentono amati e protetti da quelle persone meravigliose, esse stesse sempre gioiose, quali sono i Missionari e le Missionarie. Di certo questo clima ci ha toccato tutti nel fondo dell’anima e ci ha fatto comprendere ancora di più quanto “sia più bello dare che ricevere”. Anche se in queste situazioni non ci si sente affatto “benefattori” ma soltanto amici che cercano di “restituire” ciò che il nostro stile di vita consumistico ruba ai poveri.
LA SOLIDARIETA’ FA ANCORA MIRACOLI
Per esperienza crediamo comunque che anche la piccola solidarietà che scaturisce dalle nostre iniziative, condivise da centinaia di persone, possa portare un seme di cambiamento nel nostro stile di vita e riversare sulle persone più abbandonate della terra un germe di speranza in un futuro migliore. Nel caso della nostra Associazione, che ormai compie vent’anni, con una media di circa centomila Euro l’anno, abbiamo inviato ai missionari indiani quasi due milioni di Euro, che per quelle missioni sono autentica scorta di ossigeno. Oltre la metà della cifra è costituita dalle quote di Adozione a distanza (meglio dire Sostegno) di bambini (€ 160 l’anno) ed il resto da singole offerte ed iniziative che hanno permesso di realizzare e sostenere colà decine di Progetti umanitari. Da precisare, se ce ne fosse bisogno, che tutto ciò che viene raccolto va integralmente inviato a destinazione; inoltre le spese dei viaggi sono a totale carico dei partecipanti.
Lungo il nostro straordinario peregrinare avevamo notato alcune strutture che alcuni anni fa abbiamo trovato fatiscenti per mancanza di mezzi economici; essendoci noi impegnati ad assumerci le prime spese di riavvio con poche migliaia di euro, ora sono splendidamente rilanciate e piene di vita e di soddisfazione. Come non pensare al miracolo della moltiplicazione dei pani in cui Gesù con la misera offerta di “cinque pani e due pesci” ha sfamato più di cinque mila persone? Se non è Provvidenza questa?!