RACCONTO: CENTO SEMI CHE PRESERO IL VOLO

L’albero aspettava. E sperava. Speranzoso per natura. Che cosa aspettava? Che tutto andasse bene (ecco cosa sperava). Che cosa aspettava? Il giorno perfetto, il giorno giusto, il giorno! L’albero fece passare i giorni freddi, fece passare i giorni di pioggia, fece passare i giorni incerti. Aspettò il caldo. E quando il caldo arrivò per restare, si rilassò, le pigne si seccarono, i semi si staccarono e come uccelli planarono nell’aria: presero il volo! Che atterraggio per-fet-to! disse orgoglioso l’albero. E si mise a fare altro. Ad aspettare un altro momento importante, la grande specialità di tutti gli alberi. Nel frattempo... Nonostante tutta la sua speranza, non tutti i suoi semi caddero su un buon terreno. Di 100 semi che presero il volo, 10 finirono in una corrente d’aria Che li lasciò su una strada... E la velocità di una strada non è esattamente la stessa di un piccolo seme... Dei 90 semi rimasti, 20 si tuffarono in un fiume... Purtroppo non avevano i galleggianti come certi semi più previdenti e finirono mangiati dai pesci. Dei 70 semi rimasti, 10 caddero sopra una pietra, una pietra così grande come non se ne erano mai viste! E sulle pietre, si sa, non sono mai cresciuti semi. (Proprio mai?) Dei 60 semi rimasti, 25 furono beccati dagli uccelli. Per essere precisi, 4 li prese una ghiandaia, 6 li mangiò un frosone e 15 se li pappò un merlo ghiotto. Rimanevano ancora 35 semi, ma 5 divennero il nido di due insetti innamorati (e ormai avevano tanti di quei buchi che erano ridotti a un colabrodo). Naturalmente, anche quelli non sono sopravvissuti. Altri 10, all’incirca, li prese uno scoiattolo... ...e altri 10 li raccolse un bambino che saltava come uno scoiattolo! (Nella pancia di uno scoiattolo, a quanto ne sappiamo, i semi non germogliano. E nella tua?) Di 100 semi che presero il volo, ne restavano solo 10. Ma, a dire il vero, 7 morirono di sete. (E adesso sediamoci un po’ a piangere... Perché, caspita, questa storia inizia ad essere davvero triste!) I 3 semi rimasti proseguirono il loro cammino e crebbero, crebbero... Crebbero così tanto che, a un certo punto, il sole, la terra e l’acqua non bastavano più per tutti e 3. Purtroppo solo 1 potè continuare. L’unico seme sopravvissuto era oramai un piccolo albero quando un coniglietto (che carino!) divorò i suoi teneri germogli, i rami delicati e fragili, il tronco che iniziava a ispessirsi. Oh! E qui si dovrebbe concludere questa storia... Ma l’albero continuava ad aspettare, vi ricordate?, con la speranza che tutto andasse bene... e non è andata proprio così? Il merlo ghiotto ha portato i semi dentro la pancia finché... li sparsi un po’ qua e là. (Guarda: alcuni sono germogliati!) Una fessura nella roccia con un po’ di terra, per un seme è stato il giaciglio perfetto dove addormentarsi... e poi risvegliarsi! La ghiandaia ha scavato un nascondiglio nel terreno dove conservare le provviste per l’inverno. (E quando è tornata alla dispensa ha trovato una sorpresa...) Altri semi che sembravano perduti, alla fin fine, erano solo nascosti sotto la terra, qua e là... Così, tutto d’un tratto, 10 nuovi alberi sono spuntati nella foresta. L’albero lo sapeva: spesso, perché tutto vada bene, basta saper aspettare.

 

Isabel Minhòs Martins

 

 

 

 

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