La vostra fatica non è vana nel Signore
(1 Corinzi 15, 58)

 

 

 

Nella compostiera portiamo ciò che vogliamo “buttare”, ciò che è marcio, secco, l’umido della cucina…Ma le cose non vengono buttate alla rinfusa: strato di foglie, uno di concio, strato di foglie e poi il compost viene lasciato a riposo, come un dolce squisito affidato alla natura.
In poco tempo avviene il miracolo: i rifiuti maleodoranti depositati, attraverso il lavoro di un esercito di microorganismi, insetti, batteri e animaletti, diventano terriccio fertile. Dopo 6 mesi un po’ di terriccio sarà maturo altro si trasformerà in terriccio buono più in là con una seconda opportunità.

Anche noi possiamo trasformare ciò che è da scartare in terra fertile, possiamo prendere dalla nostra vita tutte le situazioni che ci procurano dolore o rabbia e farle diventare un terriccio fecondo, capace di nutrire nuova vita.
Quando c’è una crisi, un conflitto nelle nostre relazioni, è bello avere un luogo dove ci si sente legittimati a depositare quel disagio nudo, crudo, marcio, con l’intento di condurlo verso qualcosa che lo migliori, che lo purifichi.
La trasformazione della pula in terriccio fecondo avviene attraverso un lasciar morire, degradare le cose che non stanno più in piedi oggi perché si trasformino in qualcosa di nuovo. Ci vuole tempo, ci vuole fatica, ma è certo: avviene.

 

 

 

 

 

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