Il nostro parroco è stato invitato dalla Rai per una testimonianza-intervista sull’Anno Sacerdotale.
Scelto casualmente da una ricerca Internet sui “cinquant’anni sacerdotali” in cui appariva il suo nome e la sua omelia per la messa del cinquantesimo, si è recato a Saxa Rubra dove è stato intervistato a bruciapelo dal presentatore Pierluigi Diaco sul tema "Dedizione e amore in tutte le forme".
Scelto casualmente da una ricerca Internet sui “cinquant’anni sacerdotali” in cui appariva il suo nome e la sua omelia per la messa del cinquantesimo, si è recato a Saxa Rubra dove è stato intervistato a bruciapelo dal presentatore Pierluigi Diaco sul tema "Dedizione e amore in tutte le forme".
L'intervista è stata trasmessa a "Uno Mattina Estate" martedi 17 agosto alle 9.50.
Intervista Prima parte:
Intervista Seconda parte:
“Ho accettato di testimoniare la mia gioia di essere prete” (intervista da “il Risveglio”)
Don Felice Castellani, parroco di San Giuseppe Lavoratore, nelle settimane scorse è stato invitato prima da “Unomattina estate” su Rai 1 a Saxa Rubra in Roma e successivamente a “Pomeriggio sulla Due” in Rai 2 negli studi di Milano. Visto la eco suscitata da tale evento, abbiamo pensato di porgli alcune domande per i lettori del nostro settimanale.Don Felice, come mai questa sorpresa? Chi ti ha “raccomandato”?
“A dire il vero il più sorpreso sono stato io che, di fronte ad una telefonata totalmente inattesa della Rai, ho creduto si trattasse di uno scherzo da bontempone. Allora ho chiesto all’Azienda un fax intestato, con la scusa di
dover chiedere il permesso al mio Vescovo (cosa che ho fatto) poi mi sono anche informato da un amico che lavora in Rai ed ho avuto conferma inequivocabile. <Cosa dovrei venir a dire?>. <Semplicemente a portare la testimonianza di un sacerdote over 70 sulla sua lunga “esperienza di amore sacerdotale verso Dio e verso gli uomini”>.< E perché proprio me, con tanti preti...?> <Semplicemente perchè consultando Internet il suo nome è apparso per primo; così dopo aver letto la sua omelia pronunciata nel 50° di Sacerdozio, abbiamo scelto lei: se accetta ne saremmo felici...così come è il suo nome>”.
Credo sia la prima volta per te: cosa hai provato davanti alle telecamere?
“A questi livelli sì, è stata la prima volta. Avendo però supplicato lo Spirito perché il mio parlare non facessero figurar male i preti (non tanto il sottoscritto) e soprattutto perché servissero a portar un annuncio di serenità e gioia a chi ne ha più bisogno, ero molto tranquillo (un poco incosciente, come mi ha detto un amico); anche perché la troupe dello studio televisivo è stata molto cordiale e accogliente nei miei confronti, prima e ancor più dopo la trasmissione, tanto da
farmi sentire quasi come uno di casa”.
Secondo te, sei riuscito a trasmettere il messaggio di testimonianza che ti è stato richiesto?
“Tenuto conto dei limiti che queste trasmissioni ti impongono, da quanto ho sentito da coloro che mi hanno seguito, mi pare che qualche effetto positivo ne sia sortito. Di fatto il conduttore non si è strettamente attenuto alle domande convenute prima con la regia, ma approfittando della presenza di un prete “accondiscendente” ha spostato le sue domande su problematiche di carattere teologico e morale che lo interessavano in quel momento. Ma ciò che più importava, cioè la testimonianza sincera della gioia che viene dall’amore sacerdotale, mi sembra sia uscita ugualmente e lo stesso conduttore ne è stato felicemente colpito”.
Alcune settimane dopo ti abbiamo visto anche su Rai 2 nel programma” Pomeriggio sul 2”
“E’ come per le ciliegie, una tira l’altra.... Il fatto è che la regista del primo incontro, in quei giorni ha lavorato negli studi di Milano e forse, non sapendo chi chiamare per una testimonianza ecclesiale su “Le ragazze madri”, ha insistito perché fossi presente io. Peccato che lo spazio lasciatomi dai conduttori sia stato così breve da non poter rispondere in maniera sufficiente alla domanda “cosa fa la Chiesa” per queste” ragazze coraggio”. Così non ho potuto dire, per esempio, dei tanti Centri di Aiuto alla Vita e dei numerosissimi Istituti religiosi fondati all’uopo, come quelle della nuova Beata Maria Adorni di Parma”. Pazienza: lo dirà qualcun altro più bravo di me.