L’ACQUA NELLA BIBBIA

L’acqua nella Bibbia ha 580 citazioni dirette e 1.500 indirette. Nel Nuovo Testamento è ricordata in 80 circostanze.

La parola ‘acqua’ ci riporta al principio di tutte le cose, quando le tenebre ricoprivano l’abisso e un vento potente agitava la superficie delle acque (Gen 1,2). La prima pagina della Bibbia presenta l’acqua come il primo stadio di esistenza dopo il nulla.

Alla fine della Bibbia c’è un altro fiume: il veggente dell’Apocalisse vide nella nuova città «un fiume d’acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dall’Agnello» (Ap 22,1). E gli assetati sono invitati a bere liberamente di queste acque: «Lo Spirito e la Sposa dicono: “Vieni!”. E chi li ascolta ripeta: “Vieni!”. Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l’acqua della vita» (Ap 22,17).

All’inizio della vita in questo mondo e all’inizio della vita eterna nel nuovo cielo e nella nuova terra, la Bibbia parla di acqua fluente come simbolo di fecondità e di creatività. Nella Bibbia l’acqua può essere distruttiva, come nel diluvio, ma come simbolo dell’eliminazione di tutto ciò che è corrotto.

 

L’ACQUA NEI VANGELI

Gesù, il “Santo di Dio”, all’inizio della vita pubblica si immerge nel Giordano. E lì si sente Figlio amato dal Padre.

Alla fine della sua vita, sulla croce, un soldato poi gli squarcia il fianco «e subito ne uscì sangue ed acqua». (Gv 19,34). Ma prima di abbandonarsi alla morte aveva detto: «Ho sete!». Questa sete è in un certo modo paradossale: infatti, Gesù, incontrando una donna che stava attingendo acqua al pozzo, le aveva parlato a cuore aperto dicendole di possedere un’acqua viva che toglie ogni sete, non solo, ma che fa nascere dentro l’anima una sorgente che zampilla per la vita eterna (Gv 4,5-42). Si tratta del dialogo più lungo dei Vangeli, con Gesù maestro del dialogo, che insegna a superare tutte le distinzioni di sesso, di razza e di religione.

Egli si è paragonato all’acqua: «Chi ha sete, venga a me e beva» (Gv 7,37). Cristo risorto, col suo Spirito, disseta e soddisfa tutti i bisogni dell’uomo, per esempio il bisogno di pace, di gioia. Egli soddisfa i desideri più profondi della persona umana, la nostra sete di amore e di calore, di luce e di vita.

 

IL BATTESIMO

La Chiesa cattolica, così come tutte le grandi religioni della terra, assegna a sorella acqua un posto elevato e dignitoso nelle sue cerimonie liturgiche: in quasi tutte le benedizioni si trova una rubrica per l’aspersione di acqua santa su persone o oggetti.

In ogni chiesa c’è un’acquasantiera in cui immergere la mano per segnarsi poi col segno di croce. In particolare, nel rito funebre si asperge con acqua santa il cadavere, perché essa è simbolo di trasformazione.

Nel sacramento del battesimo la persona entra nell’acqua, cioè ritorna allo stato informe, per uscire come creatura nuova. San Paolo scrive che nel battesimo la persona è coinvolta nella morte di Cristo per poi, mediante la potenza della risurrezione, risorgere a un nuovo tipo di esistenza. Per un naturale simbolismo, l’acqua esprime tre elementi mediante i quali si compie la rinascita: con la sua purezza essa purifica, con la sua limpidezza trasmette luce, con la sua freschezza rinfresca.

 

DALLA LAUDATO SÌ’-  UNO SGUARDO MONDIALE

Papa Francesco pone, all’inizio dell’Enciclica, il serio problema mondiale di questo elemento primario: «L’acqua potabile e pulita rappresenta una questione di primaria importanza, perché è indispensabile per la vita umana e per sostenere gli ecosistemi terrestri e acquatici» (n. 28).

Papa Francesco poi denuncia la scarsa disponibilità e qualità dell’acqua in tanti Paesi poveri, come pure l’inquinamento delle falde acquifere. Denuncia poi la tendenza a privatizzare questo elemento fondamentale per la vita e la salute. E avverte che «gli impatti ambientali potrebbero colpire miliardi di persone, e d’altra parte è prevedibile che il controllo dell’acqua da parte di grandi imprese mondiali si trasformi in una delle principali fonti di conflitto di questo secolo» (n.31).

Ancora: «Gli oceani non solo contengono la maggior parte dell’acqua del pianeta, ma anche la maggior parte degli esseri viventi... D’altra parte la vita nei fiumi, nei laghi, nei mari e negli oceani, che nutre gran parte della popolazione mondiale, si vede colpita dal prelievo incontrollato delle risorse ittiche (n. 40)... E molte delle barriere coralline del mondo oggi sono sterili o sono in continuo declino (n. 41)». 

In base alle stime più recenti, più di un miliardo di persone non hanno tutt’ora accesso a fonti di acqua pulita. Ogni giorno muoiono di sete 6.000 bambini (pari alla caduta di dieci Boeing con tutti i passeggeri a bordo). In alcuni paesi dell’Asia e dell’Africa è di circa 6 chilometri a piedi la distanza media compiuta ogni giorno per procurarsi l’acqua, con un carico medio di 20 chili sulle spalle nel viaggio di ritorno. Mentre in Italia consumiamo ogni giorno 200 litri al giorno pro-capite. «Attualmente un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile, eppure per produrre un chilogrammo di carne di manzo occorrono più di 20.000 litri di acqua» (Umberto Veronesi).

«L’acqua è un diritto di base per tutti gli esseri umani: senza acqua non c’è futuro. L’accesso all’acqua è un obiettivo comune. Esso è un elemento centrale nel tessuto sociale, economico e politico del paese, del continente, del mondo. L’acqua è democrazia» (Nelson Mandela).

L’acqua non è un bene economico come qualsiasi altro. Essa è un bene comune pubblico mondiale, essenziale a tutte le forme di vita. Dunque: no alla privatizzazione dell’acqua. Sì alla creazione di un Contratto mondiale dell’acqua.

Il 22 marzo di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua, la materia di cui è fatta la nostra vita.

 

 

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